Segnali d’apertura a misure comuni contro il Coronavirus arrivano anche dai Paesi Bassi.
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Dopo i duri scontri al Consiglio europeo del 26 marzo l’Italia insieme ad altri otto stati (Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Irlanda, Belgio e Lussemburgo) ha scritto una lettera per chiedere delle misure comuni per affrontare questa emergenza senza precedenti, in particolare nella lettera si chiede l’emissione di Coronabond.
Intanto anche negli altri paesi europei la situazione si sta facendo drammatica con la Spagna che ha superato l’Italia per numero di contagiati e la Germania che ha superato la Cina (anche se i dati cinesi non sono attendibili). Proprio questo peggioramento della situazione in tutta Europa ha fatto sì che anche gli stati europei più rigidi aprissero all’Italia e agli altri stati del sud per trovare delle soluzioni comuni per fronteggiare la crisi.
La lettera scritta dai dai nove paesi chiedeva l’utilizzo di strumenti diversi dal Mes, in quanto non adeguato per fronteggiare situazioni di questo tipo, per fronteggiare la crisi economica che sta scaturendo dall’emergenza sanitaria.
Proprio ieri la Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen, con una lettera rivolta soprattutto all’Italia, ha chiesto scusa ammettendo che gli Stati europei all’inizio hanno pensato più ai problemi di casa propria piuttosto che ad una strategia comune.
Ora l’UE è disposta ad agire e un primo segnale arriva con un fondo, denominato Sure, da 100 miliardi di euro per finanziare le casse integrazioni nazionali ed altri strumenti simili.
Non sono ancora le misure forti che l’Italia si aspettava, anche perché i soldi saranno raccolti dalla Commissione sui mercati finanziari e per farlo avrà bisogno di 25 miliardi come garanzie che dovranno essere messi sul piatto dai 27 paesi dell’Unione in proporzione al loro PIL.
I fondi che saranno poi raccolti saranno distribuiti a tassi favorevoli ai singoli paesi.
Questa misura potrebbe non essere sufficiente a fronteggiare questa emergenza, inoltre questo strumento si tratta di un prestito che poi andrà rimborsato; sarebbero stati meglio dei trasferimenti in linea col principio di solidarietà sancito nei Trattati europei.
La Presidente della Commissione si è anche detta preoccupata della situazione che si è venuta a creare in Ungheria, dove una legge speciale ha attribuito pieni poteri al Presidente Viktor Orban a tempo indeterminato con possibilità di sospendere il Parlamento.
Ci si aspetta ora, oltre alle parole, anche fatti con sanzioni e provvedimenti forti contro l’Ungheria.
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